Strategia Energetica Nazionale: i nostri commenti – Parte 1

11 09 2017

Lo scorso 12 giugno è stata avviata una consultazione pubblica sulla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN).
Abbiamo partecipato alla consultazione e a partire da oggi pubblichiamo il nostro contributo, suddiviso in capitoli per comodità di lettura.
(per scaricare il report completo, cliccare qui)

 

ENERGIE PER L’ITALIA DEL FUTURO

Contributo alla consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale 2017

POSTER Officina1

Prefazione

Siamo un gruppo di cittadini che credono nel futuro dell’Italia e nel dovere ormai non più differibile di compiere scelte coraggiose e lungimiranti, che consegnino alle nuove generazioni  un Paese moderno, competitivo e finalmente proiettato nel Terzo Millennio.

Nel 2012 sostenemmo un appello [1], in favore della convocazione di una Conferenza Nazionale sull’Energia, affinché l’elaborazione di una nuova strategia energetica avvenisse in un contesto trasparente e partecipato, con il contributo tecnico e il confronto tra personalità, enti ed istituzioni scientifiche ed economiche riconosciute a livello nazionale ed internazionale.  Tale appello rimase inascoltato, nonostante fosse stato portato all’attenzione dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico Passera, nell’ambito della consultazione pubblica sulla Strategia Energetica del Governo Monti, e in un secondo momento fatto oggetto di un’interrogazione parlamentare, di cui dopo quattro anni non è ancora giunta risposta [2].

Oggi siamo qui, a proporre come allora la convocazione di una Conferenza Nazionale sull’Energia, e ad offrire le nostre considerazioni ed osservazioni, nel metodo e nel merito, relativamente alla nuova Strategia Energetica presentata in data 13 giugno 2017 dai Ministri Calenda e Galletti.

 

1 Una questione di metodo: governance energetica

  • Riconosciamo il merito dell’attuale Governo di voler perseguire l’obiettivo di definizione di una nuova Strategia Energetica attraverso un processo trasparente che coinvolga non solo gli organi istituzionali competenti, ma anche le imprese operanti nel settore, le società concessionarie, gli esperti, le associazioni di categoria, nonché i singoli cittadini. Tuttavia, la strada intrapresa ㅡ ed in particolare lo strumento della consultazione pubblica con cui la Strategia viene proposta e sottoposta ad analisi ㅡ si poggia a nostro parere sugli stessi elementi di debolezza che, di fatto, hanno determinato il fallimento della Strategia Energetica Nazionale (SEN) 2013.
  • La SEN 2013, nonostante fosse stata formalmente approvata con un decreto interministeriale e successivamente pubblicata in Gazzetta Ufficiale [3], è rimasta sostanzialmente inapplicata. Il fatto che, a distanza di soli quattro anni, si sia resa necessaria l’elaborazione ex novo di un secondo documento ㅡ e non una semplice revisione o aggiornamento del precedente testo ㅡ evidenzia chiaramente l’insuccesso della prima iniziativa, soprattutto considerando il contesto di una strategia energetica nazionale, il cui orizzonte temporale di riferimento, per lo meno nell’impianto generale, dovrebbe avere un respiro come minimo ventennale, tale da “sopravvivere” alle logiche elettorali, ai cambi di legislatura e/o all’alternarsi di governi e maggioranze parlamentari. I continui mutamenti di rotta rappresentano il primo motivo di sfiducia da parte degli investitori.
  • Al fine di garantire un senso di continuità e coerenza nel percorso di raggiungimento degli obiettivi energetici siglati dall’Italia a livello internazionale, sarebbe doverosa un’analisi dei risultati parziali comunque raggiunti nei quattro anni di vigenza della SEN 2013, nonché una verifica di ciò che non è stato realizzato, stabilendone le cause e discutendone le possibili conseguenze. Tali valutazioni, opportunamente argomentate, dovrebbero costituire il punto di partenza della nuova SEN. Tuttavia, di queste valutazioni nel nuovo documento sottoposto a consultazione non vi è traccia.
  • In misura analoga, la SEN 2017 non fornisce giustificazioni in merito alla modifica e/o alla cancellazione di alcuni degli obiettivi contenuti nel documento precedente (e.g. il sostegno all’attività estrattiva di idrocarburi sul territorio italiano).
  • Nonostante le evidenze riportate nei punti precedenti suggeriscano la necessità di un cambiamento di rotta dal punto di vista metodologico prima ancora che dei contenuti, il percorso di elaborazione della SEN 2017 segue le orme della precedente: nel capitolo 3 del documento sottoposto a consultazione non si evidenziano proposte di cambiamenti significativi nell’iter di approvazione e di attuazione, tali da far sperare in un esito differente rispetto al documento del 2013.
  • In particolare, riteniamo che il processo di consultazione pubblica, pur consentendo ai cittadini ed ai portatori di interesse di offrire il proprio contributo e le proprie competenze nel processo di elaborazione degli indirizzi strategici, di fatto rappresenti un canale di comunicazione unilaterale, che non consente un confronto dialettico tra le parti e rende pertanto meno evidente il processo di convergenza dei diversi contributi.
  • Complessivamente, riteniamo che le argomentazioni a sostegno del percorso che dovrebbe portare all’approvazione della SEN 2017 e successivamente alla stesura del Piano Energia e Clima siano deboli ed insoddisfacenti. In particolare, appaiono in questo contesto poco chiari i criteri e le modalità con cui i Ministeri competenti metteranno in atto il processo di analisi e sintesi delle osservazioni pervenute durante la consultazione pubblica, nonché il loro eventuale recepimento attraverso correzioni, modifiche ed integrazioni al documento finale.
  • Sarebbe innanzitutto utile, anche in risposta alle esigenze di piena trasparenza espresse da più parti e rimarcate nello stesso documento, che il Governo rendesse liberamente accessibili tutti i contributi pervenuti nel corso della consultazione pubblica [4]. Potrebbe quindi venire convocato un tavolo tecnico allargato (e.g. la Conferenza Nazionale sull’Energia) nel quale discutere e condividere le proposte migliorative ed integrative, garantendo in questo modo un processo di sintesi il più possibile trasparente e condiviso.
  • Vaghe e fumose risultano essere anche le proposte di miglioramento della governance del settore energetico, che secondo il Governo dovrebbero facilitare il processo di attuazione delle misure strategiche contenute nella SEN, una volta approvata.  Prendendo atto della rinuncia alla modifica dell’articolo 117 della Costituzione ㅡ che avrebbe riportato in capo allo Stato le competenze in materia di energia ㅡ non è chiaro in che modo si intende dare centralità al ruolo delle Regioni nel processo decisionale, soprattutto per quanto riguarda la definizione, l’approvazione e la realizzazione delle infrastrutture energetiche di rilevanza nazionale, di cui la nuova SEN si fa portatrice (e.g. potenziamento della rete elettrica, nuovi impianti di rigassificazione, gasdotti, centrali termoelettriche, stoccaggio di idrocarburi).
    Fermo restando la necessità di una maggiore cooperazione tra istituzioni regionali, nazionali ed internazionali, non comprendiamo quali siano i termini della proposta relativa all’istituzione della cosiddetta “cabina di regia” nominata a pagina 208 del documento, né comprendiamo in concreto quali siano gli strumenti di cui il Governo si vuole dotare per rafforzare il dialogo con le istituzioni locali e i cittadini, e il ruolo giocato in questo contesto dell’istituto dell’inchiesta pubblica nell’ambito delle procedure di VIA.
  • In definitiva, non risulta affatto chiaro quali siano gli attributi giuridici della Strategia Energetica in esame e dei suoi strumenti attuativi. Al di là delle buone intenzioni, espresse dai continui riferimenti alla necessità di un maggiore dialogo con le Regioni e un ampliamento della partecipazione dei cittadini al processo decisionale: chi deciderà cosa, quando e come?

[1] https://conferenzaenergia.wordpress.com/appello/testo/
[2] http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/00408&ramo=C&leg=17
[3] http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2013/03/27/73/sg/pdf
[4] Sarebbe stato opportuno rendere pubblici anche i risultati dell’analisi dei gruppi di lavoro verticali promossi dal Governo tra l’autunno 2016 e la primavera 2017, nonché i contributi delle associazioni ambientaliste, sindacali e di categoria coinvolte in fase preliminare, gli Atti dei 5 workshop tecnici, le audizioni delle Autorità indipendenti e dei rappresentanti regionali.

 continua …